L’ex-chiesa di S. Agostino, costruita nel 1338, si trova sulla sinistra della Collegiata; costituisce un complesso architettonicamente unitario, ricco di elementi di particolare pregio formale, come la semplice geometria gotica della facciata della Chiesa, realizzata in pietra squadrata con portale a sesto acuto, un triplo ordine di colonnine ed un raffinato rosone centrale; la struttura è ampia ed articolata, arricchita da un chiostro centrale.
La facciata in stile goticizzante, si eleva monofastigiata a timpano adorna di un campaniletto a vela.
Il portale come quello di S. Francesco, apre il suo strombo su di un plinto dentellato, sul quale s’innalzano, alternate a spigoli, tre esili colonne per parte, di cui le estreme tortili. Esse sono sormontate da un capitello a foglia per continuare identiche sull’ogiva dell’arco.
Completa l’arco l’estradosso modanato di toro e cornice cordonata aggettante sul vivo del muro e impostato su capitelli pensili. Abbellisce la facciata un rosone a 12 colonnine con archi intrecciati.
La chiesa come quella di S. Francesco appartiene alla corrente del gotico moderato umbro dell’inizio del XV secolo. Dagli inizi del XVII sec, il complesso ospitò anche il Seminario, successivamente, tra il 1860 e il 1901, fu sede del Ginnasio di Visso ed in seguito delle scuole elementari, fino ad ospitare oggi, in parte, il Museo ed in parte le attività Parrocchiali.
La navata centrale, l’abside, la sacrestia ed una cappella, sono state utilizzate per l’allestimento del Museo Civico Diocesano. Il Museo di Visso, contiene circa 130 opere in esposizione: si tratta di opere su tela; su tavola; affreschi; sculture in terracotta; statue in legno policromo; tabernacoli in legno intagliato; un’ importante collezione di oreficerie medioevali, rinascimentali, sei-settecentesche (croci, calici, candelieri, reliquiari e carte gloria) e paramenti sacri in tessuti preziosi. Le opere e gli oggetti esposti datano di epoche diverse, che vanno dal XIII al XVIII sec. , le tavole e gli affreschi provengono in gran parte da varie chiese delle frazioni limitrofe. La collezione comprende: opere provenienti dalla scuola della Valnerina, di cui il maggior esponente è Paolo da Visso, detto “il maestro della Valnerina”, statue lignee del Maestro della Madonna di Macereto e della sua bottega, opere di Gaspare Angelucci, (che sembra provenisse dalla bottega di Raffaello). Inoltre sono presenti opere dei pittori Simone de Magistris, Carlo Cignoni, Domenico Alfani, Antonio Viviani. Molto importante, oltre ai già citati maestri, sono la statuaria lignea locale e la collezione delle croci astili.
Al suo interno era conservato un dipinto eseguito da Giovanni di Pietro, detto lo Spagna che, nel momento in cui la chiesa venne chiusa al culto nel 1868, su consiglio del pittore spoletino Giovanni Catena e per interessamento del sindaco dell’epoca Gaola Antinori, fu staccato da Tito Boccolini e collocato nella Collegiata di Santa Maria.
Oggi la chiesa risulta essere sconsacrata ed al suo interno, che si presenta a unica navata, dal 1972 è ospitato il Museo-Pinacoteca civico e diocesano che venne inaugurato nel 1983. Le circa 200 opere esposte, tra cui sculture, dipinti, arredi e parti di affreschi, databili tra il XII ed il XVIII secolo (come ad esempio la Madonna di Mevale del XII secolo e la Madonna di Macereto del XV secolo) raccontano la storia civile e religiosa di Visso.
Qui è inoltre possibile ammirare il Museo dei manoscritti Leopardiani, con 27 manoscritti autografi di Giacomo Leopardi che Giovanni Battista Gaola Antinori, sindaco di Visso di allora, il 24 marzo del 1868 acquistò da Prospero Viani, collezionista e preside del Liceo “Galvani” di Bologna che fu costretto a disfarsene trovandosi in difficoltà economiche. La raccolta comprende: cinque sonetti, quattordici lettere scritte tra il 1825 ed il 1831, un commento alle “Rime” di Francesco Petrarca e sei Idilli, tra cui il più famoso l'”Infinito”.