Cenni Storici:
Complesso monastico, attualmente di proprieta’ comunale e sede del Comune e delle Scuole, che per molti secoli ha ospitato le monache benedettine, trasferitesi nel 1880 nella parte piu alta del paese. La chiesa e accessibile sia dall’interno dell’ex Monastero, dove ora sono gli uffici del Comune, passando per il portico che corre lungo il suo fianco nord e che fa parte del chiostro, sia dalla breve salita di Via Lucarini che conduce ad una caratteristica piazzetta quadrata, delimitata da una parte dal fianco della chiesa, ove e posta la porta d’accesso alla stessa, e dall’altra da un muretto in mattoni da cui ci si affaccia sulla transitata sottostante Via Roma. Dagli altri due lati oggi ci sono case di civile abitazione, ma una volta la casa che affianca sulla sinistra l’accesso alla piazzetta era l’abitazione del cappellano delle monache e i fabbricati di fronte, confinanti con la chiesa, erano il parlatorio e la foresteria del Monastero. L’attuale chiesa, completamente ricostruita nel 1764, si presenta in stile barocco, articolato in un’unica navata, con un altare maggiore e due altari laterali decorati da un ricco apparato in stucco, originariamente arredati da dipinti ora conservati nell’attuale sede del monastero. La chiesa e caratterizzata da un’originaria ma non eccessiva sontuosita. In tal merito e interessante l’iscrizione commemorativa apposta nella parte piu alta della parete di fondo della chiesa, sopra la cantoria, della quale di seguito riportiamo il testo:
DEIPARAE VIRGIN! AUGUSTISSIMAE/ROSARUM TITULAR!/TEMPLUM HOC A FERME SQUALIDA VETUSTATE PURGATUM/AD HANC FORMAM IN PERENNE RELIGIONIS MONUMENTUM/ANGELA CARDELLI ABBATISSA/SOLERTIA SUA INSTAURARI CURAVIT/ANNO REPARATAE SALUTIS MDCCLXIV.
L’iscrizione ci fornisce il nome della badessa Angela Cardelli responsabile dei lavori di restauro, inevitabili a causa di una condizione di evidente degrado. I lavori di restauro voluti dalla badessa Cardelli non si limitarono alla pura fase conservativa, ma in quell’occasione l’edificio subi una profonda trasformazione, come risulta facilmente desumibile da una attenta osservazione delle mura esterne, dove sono ancora ravvisabili tracce di un antico portale a ogiva e ricuciture in facciata con mattone a vista di strutture databili ad epoche differenti.