La Chiesa dedicata a questo Santo si erge su un promontorio alle rive del lago sul lato destro alle pendici del colle di S. Paolo ove si erigeva il Castrum.
La parte più antica della Chiesa quella sul lato destro si ritiene sia stata eretta sulle rovine di un tempio pagano. E’ ad unica navata, con volta a sesto leggermente rialzato e risale al periodo tra il secolo XI e XII. Sulla parete a sinistra, all’altezza dell’altare maggiore, appare un crocifisso, in parte, ancora sotto un manto di calce distesa sulla parete. Di recente sono stati recuperati resti di antiche pitture.
- Sulla destra la decorazione si sviluppa su due zone, quella superiore rappresenta il Cristo ripetuto tre volte entro spazi scanditi da colonnine ed archi. Il Cristo disposto frontalmente regge tra le braccia delle piccole teste che alludono alle anime dei fedeli; nella zona inferiore si trovano fasce orizzontali con decorazioni e tendaggi in parte ridotti a pochi frammenti. Nella zona superiore s’inseguono delle figure di animali, un leone, ed un leopardo che si dirigono in varie direzioni. Infine vi è una terza fascia con decorazioni e racemi. Tutta la rappresentazione pittorica, scrive Giacomo Boccanera nel 1973, sviluppatasi intorno all’arco di comunicazione con l’ambiente funerario sembra contenere un’emblematica relativa alla dottrina cristiana sull’oltre tomba. Così mentre le figure animalesche della zona inferiore erano allusive al pensiero dell’inferno, il triplice Pentacreator della parte superiore, con un simbolismo di tutto insolito, creato dalla fantasia ingenua dell’ignoto pittore, voleva esprimere un’allegoria del Paradiso dove la divina Trinità accoglie nel suo grembo le anime degli eletti.
La Chiesa detta del Sassobianco, dipendente da quella di S. Lorenzo, con l’edificazione sottostante dei nuovi fabbricati, è assunta ad una certa vitalità religiosa della contrada; dovrebbe risalire al secolo XV. Si racconta che fu edificata, a quell’epoca, un’edicola a ricordo della morte di un viandante, che si recava a Sarnano, ivi sorpreso da una grande bufera di vento e neve. Sempre secondo il racconto, il poveretto prima di partire per Sarnano aveva fatto sosta nelle osterie della popolosa industriosa frazione, ora scomparsa sotto il lago, che si denominava Fiume.
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