il Santuario di San Liberato è raggiungibile percorrendo la strada che conduce a Sarnano.
Qui già nel 1230 esisteva un romitorio chiamato Eremo di Monte Santa Maria che ospitava i frati Minori e al quale si poteva accedere attraverso una piccola porticina situata a nord che ancora oggi è possibili ammirare sotto un bellissimo portico.
Venne fondato dai Signori di Brunforte nel 1274 i quali, nel 1330, vendettero alla comunità di San Ginesio la montagna con le terre adiacenti e così tutto il complesso divenne di proprietà del Comune.
San Liberato nacque tra il 1215 ed il 1218 a Loro Piceno, un piccolo paese del maceratese. All’età di 18 anni decise di vestire gli abiti religiosi per dedicarsi anima e corpo a Dio abbracciando la regola francescana. in seguito si ritirò in convento a Soffiano, vicino a Sarnano, dove ancora oggi, all’interno di una cavità rocciosa, è possibile vedere i resti dell’antico convento. Visse un’esistenza di preghiere e mortificazioni fino a quando, ammalatosi gravemente e non potendo più inghiottire nulla, morì il 6 settembre del 1258 e qui venne sepolto.
Due anni dopo le sue spoglie, assieme a quelle di due suoi confratelli, i beati Umile e Pacifico che avevano vissuto a stretto contatto con San Liberato conducendo una vita di santità e perfezione e che furono anche i protagonisti di due capitoli de “I Fioretti di San Francesco“, vennero trasferite nella piccola chiesa.
Passarono gli anni e nel 1421 e la Chiesa di Santa Maria venne in parte demolita e sostituita con una nuova costruzione accanto al quale si costruì un convento. Tutto il complesso preso il nome di San Liberato. Da eremo divenne convento e da convento santuario, fonte di luce, di grazia e di spiritualità.
Tutt’intorno aleggia un’irreale atmosfera di serenità e pace, quasi come se il tempo si fosse fermato.
Nel 1697 crebbe il fervore popolare attorno alla figura di San Liberato quando una sua immagine dipinta nel 1498 venne vista sudare. Nel 1703 venne effettuata una ricognizione dei resti ed anche in quella occasione l’immagine del santo dipinta sul muro del sepolcro fu vista sudare ed emanare fragranza. Tali fenomeni si rinnovarono anche negli anni successivi e la devozione verso il Santo non cessò neppure tra il 1901 ed il 1923, anni in cui il convento rimase chiuso per carenza di religiosi.
Nel corso del XX secolo il convento subì in importante intervento restaurativo che l’hanno portato a perdere una buona parte dei suoi connotati storici. Oggi al suo interno vi risiedono i frati Minori della Provincia Lauretana.
Salendo di poco il monte lungo la strada asfaltata si raggiunge un vasto pianoro posto a 1.300 mt. di altitudine chiamato i Prati di San Liberato che sembra sconfinare nel cielo.