Piazza del Popolo è una nota piazza in stile rinascimentale della città di Ascoli Piceno. Deve la sua denominazione al Palazzo dei Capitani del Popolo,[1] uno dei principali edifici storici che, con la sua medioevale torre merlata, occupa la parte centrale del lato occidentale.
Lo storico Antonio Rodilossi la descrive come «una delle piazze più armoniose d'Italia, isola pedonale e cuore del centro storico». È spesso definita come il salotto cittadino, è il luogo simbolico per eccellenza della città, dove da sempre gli ascolani s'incontrano e passeggiano, ed ospita alcuni degli esercizi commerciali storici della città.
La sua importanza è dimostrata anche dal fatto di essere il teatro degli eventi legati alle due più importanti e famose manifestazioni cittadine: il Carnevale e la Quintana, oltre che dei principali spettacoli musicali e teatrali.
Storia
Nel tempo, la piazza è stata individuata anche con le denominazioni di platea superior, platea magna e delle scaje. Quest'ultima definizione che le fu attribuita indicava e descriveva la presenza delle numerosissime scaglie, di travertino che ne ricoprivano l'area durante la costruzione della chiesa di San Francesco, prodotte dagli scalpellini che lavoravano le pietre.
Le origini della piazza sono poco chiare,tuttavia la presenza di una vasta pavimentazione in opus spicatum visibile nell'area archeologica al piano terra del palazzo dei Capitani del Popolo farebbero in realtà supporre la presenza di un'area mercantile, che doveva espandersi verso Ovest, in direzione Via del Trivio.
A partire dalla metà del Trecento lo spazio venne pertanto a conformarsi in forma rettangolare, in luogo dell'originaria forma quadrata.
Durante la seconda metà del Quattrocento, ormai del tutto liberata dalle case medievali, fu pavimentata in regolari lastre di travertino.
La piazza assunse la configurazione architettonica attuale nei primi anni del XVI secolo, quando il governatore Raniero de' Ranieri, per ordine di Giulio II, si occupò della sua sistemazione, finanziandola con spesa pubblica, nel 1509. Questi dispose la costruzione di portici con volte a mattoni rossicci e colonne in travertino su tre lati della piazza per sanare la triste situazione urbana di molte botteghe, depositi e difformi casette medioevali che ancora vi prospettavano lungo il perimetro.
Architettura
La piazza ha una superficie di circa 2500 m² è di forma rettangolare e si apre a breve distanza dall'incrocio del cardo e del decumano dell'impianto stradale cittadino, precisamente tra corso Giuseppe Mazzini e via del Trivio, sul cui spigolo nordoccidentale sorgono la facciata principale del San Francesco.
Il suo spazio è circoscritto, sul lato occidentale, dalla possente facciata del Palazzo dei Capitani del Popolo e dal Caffè Meletti; il lato settentrionale è interamente chiuso dalle leggere e gentili forme gotiche del fianco destro della chiesa di San Francesco, cui è addossata la cosiddetta edicola di Lazzaro Morelli, in realtà realizzata da Silvio Giosafatti, e del dinamico complesso absidale. Tutto il resto del perimetro è occupato da palazzetti rinascimentali a portici e logge, che chiudono interamente il lato orientale ed il lato opposto alla chiesa, oltre che la parte del lato occidentale adiacente la chiesa. Il lato meridionale dei palazzetti presenta un'altezza maggiore rispetto agli altri, poiché fu edificato con un loggiato sopra l'ordine delle finestre, di cui resta traccia di una colonnetta con la relativa imposta dell'arco, visibile all'estremità sinistra. La loggia, chiusa nella prima metà dell'Ottocento, fu decorata a monocromo nel 1904 da Pio Nardini, con motivi a grottesche e medaglioni, su uno dei quali è anche lo stemma della città.
La sistemazione rinascimentale della piazza ascolana rappresenta l'esatta applicazione dei principi teorici di Filarete ed Alberti che riprendendo le teorie vitruviane prevedevano piazze rettangolari, aventi un rapporto proporzionale di 1:3 tra larghezza e lunghezza e circondate da portici che ne esaltavano la funzione commerciale. La piazza è completamente pavimentata con lastre di levigato travertino apparendo chiara e luminosa, che assume, in caso di pioggia, un suggestivo effetto a specchio.