Serravalle di Chienti appare a chi si appresta a valicare l’Appennino Umbro Marchigiano risalendo il corso del fiume Chienti. Si adagia lungo la SS 77, la sinuosa strada costeggiata da case sovrastate dall’ultima torre rimasta di quella che fu la poderosa Fortezza dei Varano. La strada taglia in due la fitta vegetazione e il manto verde dei boschi lungo il fiume; la vista incantevole dei tetti in cotto del paese completa l’insieme. Ma Serravalle è imprevedibile perché, risalendo, la valle si chiude e, oltrepassati alcuni tornanti, ci si ritrova all’improvviso nella vastità dell’Altopiano Plestino. Anche nel piano sono sparsi qua e là, sui dolci rilievi e nei valloni, numerosi borghi e paesini.
L'intero territorio del comune di Serravalle di Chienti è disseminato da numerosissime fonti naturali utilizzate fin dall'antichità per l'abbeveramento del bestiame da pascolo, oggi mete di altrettanti possibili itinerari per escursioni a piedi, a cavallo o in mountain bike.
Di rilevante interesse la necropoli di Taverne di Serravalle, ancora non indagata in modo estensivo, che doveva essere in relazione con l'abitato protostorico di Fonte Formaccia e di Colfiorito. Ad oggi, sono state portate alla luce solo 2 tombe di fase orientalizzante esposte al Museo Archeologico Nazionale di Ancona.
Da vedere: la botte dei Varano che è un'importante opera idraulica realizzata negli anni 1458-1464 che prende il nome dai Varano, signori di Camerino. Si tratta di un complesso emissario artificiale che fu fatto scavare da Giulio Cesare Varano su progetto di ingegneri idraulici fiorentini con lo scopo di bonificare l'altopiano di Colfiorito, piano di natura carsica. Tuttora le acque che vengono raccolte dai canali che si diramano su tutto l'altopiano, dopo un percorso sotterraneo di circa 200 m di lunghezza, danno origine al fiume Chienti a monte di Serravalle; durante la ricostruzione seguita al terremoto del 1997, un nuovo collettore sotterraneo parallelo ha sostituito la botte dei Varano che, dismessa, è stata sottoposta a lavori di restauro e consolidamento su progetto dell'architetto Giulio Andrea De Santis, realizzato sulla base di molta documentazione storica. Il Condotto romano è un'importante testimonianza di opera idraulica di età augustea, unica nel territorio marchigiano. Si tratta di un collettore lungo circa un chilometro che ha la funzione di convogliare le acque di superficie nel sottosuolo realizzato nel I sec. a.C. per regimentare le acque.
La Chiesa di Santa Lucia è la Chiesa principale di Serravalle di Chienti, la cui costruzione nella sua parte più antica risale al 1200 d.c. La chiesa è sorta su un impianto monastico, di cui non rimane che la sacrestia; questa presenta diversi strati di affresco, tra cui una crocifissione del '500 opera di Simone e Giovanfrancesco De Magistris e una tela di Giovanni Andrea da Caldarola.
La chiesa di Santa Maria di Pistia (o di Plestia), edificata probabilmente sul luogo dell'antica cattedrale, è una chiesa in stile protoromanico e santuario di confine, situata sull'Altopiano Plestino, al confine tra Umbria e Marche, nel comune di Serravalle di Chienti, ma contigua all'abitato di Colfiorito nel comune di Foligno.
L’abbazia camaldolese di San Salvatore è citata dalle fonti almeno dal 1023, anche se la tradizione vuole che sia stata fondata, nei pressi di una sorgente di acque terapeutiche, poco dopo l’anno Mille da San Romualdo, abate fondatore dell’eremo di Camaldoli. La struttura attuale conserva le forme del gotico umbro duecentesco con un bel portale d’ingresso, con rosone liscio superiore. contrafforti e monofore ai lati.
Il Museo paleontologico presenta un’esposizione di mammiferi risalenti a 900.000-700.000 anni fa (ippopotami, mammut, tigre dai denti a sciabola, rinoceronti), provenienti dai giacimenti fossili di Colle Curti e Cesi. Presso il Museo vengono svolti, su prenotazione, laboratori di archeologia sperimentale e attività didattiche.
La Chiesa della Madonna del Sasso, ubicata nei pressi della Frazione San Martino, risale al XV-XVI Secolo. All'interno soltanto il Giudizio Universale si è salvato grazie ad un sapiente restauro; questo affresco è interessante per l'ambiziosa orditura strutturale suddivisa in tre fasce, i dannati, i penitenti e San Pietro e il Cristo in trono.
Si celebra ormai da diversi anni nell'altopiano di Colfiorito, nel comune di Serravalle del Chienti, il Festival di musica celtica Montelago Celtic Night, divenuto uno dei principali del genere in Europa e che attira ogni anni migliaia di amanti di musica e cultura celtica e druidica.