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Comunanza
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Di origini romane, Comunanza sorge lungo il fiume Aso. Scavi archeologici, in prossimità di Colle Terme, dimostrano che il sito fu abitato già in epoca romana con la presenza di stabilimenti termali.
L'attuale insediamento si originò nel V e VI secolo, quando alcune famiglie della città di Ascoli Piceno si trasferirono in questa zona per sottrarsi alle scorribande e alle incursioni barbariche. Il borgo ebbe alterne vicissitudini e fu conteso tra Amandola e Ascoli Piceno, rimanendo nella sfera di influenza di quest'ultima. Circa un chilometro fuori dal paese, in prossimità del Monte Pasillo, 588 m s.l.m., sono ancora visibili i ruderi del castello che fu della famiglia Nobili, anche se non è possibile ricostruire la forma e la struttura originaria del fortilizio. Il nome Comunanza appare per la prima volta nel 1324 in quanto un documento riporta “Communantia Montis Passilli Civis Districtualis Esculi”.

Tra i monumenti principali, vanno ricordati: la Chiesa di Sant'Anna, in stile tardo-Romanico; la Chiesa di San Francesco, costruita sui resti di un edificio fortificato templare; la Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria, in stile neoclassico ricostruita nel 1831; la Chiesa di Santa Maria a Terme, realizzata nel IX secolo in arenaria sui resti di un tempio pagano dell'insediamento romano scomparso di Interamnia Poletina Piceni. Il museo Arte Sacra di Comunanza si trova nelle sale del Palazzo Pascali e conserva opere di oreficeria tra cui spiccano un reliquiario a tempietto e una croce astile del 1700 con un Cristo del secolo XIV attribuito all’orafo ascolano Pietro Vannini. Tra le opere pittoriche si segnala una Madonna della cintola (secolo XVII) e il San Liborio di Giuseppe Ghezzi (1634-1721), artista originario di Comunanza ma attivo a Roma, dove fu principe dell’accademia romana di San Luca ed amico della regina Cristina di Svezia.

Il 26 dicembre si svolge il presepe vivente che coinvolge la popolazione e che trasforma il paese storico nel tipico scenario della Palestina di 2000 anni fa.
Nel centro storico del paese si dà vita a "Mazzumaja", una festa tradizionale dedicata ad un piatto tipico locale come il tordo matto; durante la festa vengono riaperte le osterie di un tempo, i laboratori di artigianato e diversi artisti di strada popolano per tre giorni l'antico borgo.

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