×
menuclose
60
GADA - Tappa 1: “Sulle Tracce Della Salaria Gallica"
Difficoltà
EE - Escursionisti esperti
Tipo di percorso
 Trekking
Località
Arquata del Tronto
Lunghezza
11,6 Km
Fondo percorso
100% sterrato
Altitudine minima
634 Mt
Altitudine massima
995 Mt
Dislivello
469 Mt
Downloads

Dall’area SAE di Pretare, nei pressi del Ristorante “Rifugio degli Alpini”, si nota sulla destra una stradina che lascia la SP89 costeggiando il parco comunale. Imboccatela, continuando a scendere per un centinaio di metri lasciando sulla vostra destra alcune casette di rimessaggio e un depuratore, prima che il sentiero inizi ad entrare nel bosco alternandosi a prati.

Continuare facendo attenzione alla segnaletica orizzontale lungo il tracciato che prosegue verso sud, superando le rovine di un antico mulino (evitare di avvicinarsi in quanto la struttura è pericolante), fra tratti di bosco e aperture sulla vallata, quasi in parallelo al Fosso della Pianella.

Circa a metà del percorso vi imbatterete in Fonte Sant’Egidio, una pòlla di acqua potabile che sgorga ai piedi di un’enorme roccia a formare una grotta.

Ai piedi della stessa è stata collocata una statua dell’omonimo santo, patrono di Piedilama.

Gli abitanti di questa frazione ritenevano la fonte miracolosa ed erano pertanto soliti utilizzarne le acque per gli impacchi o per dissetare i malati.

Superata la fonte, si continua a scendere in direzione sud passando prima su una passerella che costeggia un fosso (abbastanza ricco di acque a primavera, quando occorre prestare maggiore attenzione), e poi si supera un ponticello di legno per rientrare così su Piedilama, seguendo le indicazioni della segnaletica.

Una volta superata la zona rossa di Piedilama si raggiunge nuovamente la SP89 che nell’ultimo tratto porta alla zona SAE.

Per proseguire verso Borgo, non occorre scendere fino all’area SAE bensì, una volta raggiunta la SP89, si attraversa la strada e, sul lato opposto, occorrerà entrare in uno dei vicoli del paese, segnalato dalla presenza di una bandierina bianco-rossa su un palo e di un cartello in legno poco distante.

Si incrociano 2 bivi: mantenere la destra sia al primo che al secondo. A questo punto la mulattiera inizia a salire per paio di km in direzione del Colle Forcella che, una volta raggiunto, regala numerosi spunti panoramici sulle catene circostanti, con lo sguardo che spazia dal Vettore (2478 m) a nord, il re dei Sibillini, fino al Pizzo di Sevo a sud (2419 m), in direzione dei Monti della Laga.

Dopo un breve tratto pianeggiante, il tracciato inizia a scendere e, dopo un tratto privo di bosco, si rientra nello stesso finché non si giunge ad un bivio: per proseguire verso Borgo occorre voltare a sinistra, continuando a scendere la costa della Pisciallonga.

Da qui la strada non è più la comoda mulattiera da trattore ma un vero e proprio tracciato nel bosco, che passa sulla sommità della Macchia di San Pietro scendendo prima lentamente, e poi in maniera più ripida fino a ricongiungersi con una strada brecciata.

Da qui scendendo a sinistra si andrà verso Borgo di Arquata, mentre per raggiungere Trisungo occorre prendere a destra, dove la mulattiera continua a salire leggermente per altri 150 metri circa fino a raggiungere il punto panoramico più alto, nei pressi di un vecchio trattore non funzionante, parcheggiato ai piedi di un grosso albero.

Da qui, con in fronte Picco di Macina, la montagna che sovrasta Trisungo, comincia la discesa proseguendo lungo l’evidente mulattiera che raggiunge un campo di fieno. Mantenersi lungo il bordo destro del campo, seguendo la vecchia staccionata (in buona parte ricoperta dai rovi) per circa 150 metri, fino a trovare una varco aperto della staccionata (venuta giù) che vi permette di scendere ulteriormente verso il basso, lasciando il campo.

Circa 50 metri dopo il tracciato abbandona la radura ed entra nel bosco, scendendo a zig zag tra gli alberi.

Seguire l’evidente percorso che prosegue all’ombra dei cerri raggiungendo degli orti nei pressi del Fosso della Madonna delle Grazie.

Continuare a scendere fino a trovare sulla destra l’edicola sacra dedicata alla Madonna delle Grazie (patrona di Trisungo) e San Francesco (patrono di Borgo di Arquata), benedetta in data 26.07.2020 e arrivare, 50 metri più sotto, nella frazione di Trisungo, fino a raggiungere il suo antico ponte romano.

Dal ponte proseguire in direzione Faete lungo la strada asfaltata che in breve si ricongiunge con la SP 20 (Trisungo-Colle d’Arquata): nei pressi del bivio è stato installato il pannello informativo #camminarquata. Proprio qui occorre attraversare la SP raggiungendo l’imbocco del sentiero  

(indicato anche da una freccia segnaletica in legno), che sale in direzione di Faete, incrociando una volta la S.P. 20 e, proseguendo, si esce poco prima della Chiesa di San Matteo, giungendo a Faete nelle vicinanze del campetto sportivo.

Da qui, proseguire sul lato destro della Chiesa (senza entrare nell’area SAE di Faete), imboccando la mulattiera che attraversa un magnifico castagneto secolare. In breve si raggiunge un punto panoramico sulla parte di Arquata capoluogo e la sua Rocca che hanno stoicamente resistito ai terribili eventi sismici.

Dopo un tratto pianeggiante, a circa metà del percorso, si giunge ad un bivio: è necessario voltare a sinistra per risalire in direzione Spelonga, affiancando magnifici muretti a secco.

Tempo di percorrenza: 4 ore
Periodo consigliato: Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre
Note: Si avvisano gli escursionisti della possibilità che alcuni tratti dei sentieri non risultino talvolta adeguatamente ripuliti (specialmente per via della ricrescita della vegetazione) e/o non adeguatamente segnati. “Arquata Potest” si scusa per eventuali disagi specificando in ogni caso che NON RISPONDE DI ALCUN TIPO DI RESPONSABILITA’, che rimane in via esclusiva in capo ai singoli escursionisti e frequentatori dei sentieri in questione.
Abbigliamento comodo meglio se dedicato al trekking
Caricamento mappa...
Filtra i Punti di Interesse