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Le Marche in bici: l’esperienza diretta del Marche Trail!
Pubblicato il 29/10/2018 da Regione Marche - Outdoor Team
Oggi vi parliamo ancora di Marche Trail e lo facciamo con Davide, uno dei partecipanti che ha voluto toccare da vicino le Marche e fare queste esperienza.
Ciao Davide, parlaci di te, cosa fai, da dove vieni e come nasce la tua passione per la bici.
Io vivo a Vimercate in provincia di Monza, sono un fisioterapista e grande appassionato di bici. La bici è da sempre nella mia vita, prima un gioco, poi un hobby e ora parte del mio lavoro: gestisco una realtà che sta crescendo, “La Clinica del Ciclista” nella quale tratto argomenti interessanti per i ciclisti insieme con altri professionisti (biomeccanico, medico dietologo). Buona parte dei miei pazienti sono ciclisti e ultracycler di vari livelli: la passione per questo sport aiuta a comprendere i loro bisogni. Per me la parola bici significa viaggio, avventura, esplorazione: esci di casa, ti immergi nel mondo e ti allontani dalla frenesia che caratterizza le zone nelle quali vivo. In bici vedi, osservi, pensi, canti, conosci gente, ritorni ad essere un viaggiatore: se vedi un ciclista fermo ti fermi per aiutarlo, c’è condivisione, c’è comprensione, c’è umanità. 


Il Marche trail una nuova sfida, alla sua prima edizione. Raccontaci…
Dai primi commenti il percorso sembra essere stato non scontato, con un susseguirsi di salite, rilevazioni e vedute. Come è stato scoprire un nuovo territorio?
L’impatto con le persone è stata la cosa più bella: gli organizzatori hanno creato un atmosfera rilassante per tutti i partecipanti e ho subito capito che tutto era stato curato nei minimi dettagli. 
La prima impressione del percorso è che è stato ben studiato e accuratamente pianificato: non ci sono passaggi banali, i sentieri scelti erano in buono stato e facilmente percorribili, i tratti asfaltati tutti su strade secondarie. Mi ha sorpreso la “scorrevolezza”: non solo del fondo stradale ma nel senso della fluidità di percorrenza. Parliamo di un tracciato che mi ha portato dalla riva del mare in mezzo ai monti passando per campi, boschi, vigneti, borghi e città d’arte. Anche dopo molte ore in sella non ti annoi mai perché tutto cambia continuamente e cresce la fame di vedere cosa c’è dopo! Ho poi avuto la fortuna di fare questo trail con 2 ottimi compagni di viaggio, Mario e Felipe: ci siamo aiutati, supportati e fatti forza nei problemi. Tutte le persone che ho avuto modo di conoscere sono state una parte fondamentale di questa avventura e le ricorderò con un sorriso e un po’ di commozione: Michela e Giampaolo al BnB a Numana, Ivano e Fabrizio, il Lelone e i suoi arrosticini ad Ascoli Piceno e molti altri. Le Marche sono un territorio selvaggio e duro ma i suoi abitanti sono ospitali, gentili e curiosi. Il secondo giorno, quando sono stato colto da una crisi di fame non riuscivo più a proseguire: sono entrato in un bar nel quale aleggiava un magnifico odore di ragù. Ho chiesto subito se avrei potuto ordinare qualcosa da mangiare. La proprietaria mi disse che era chiusa per il servizio a pranzo ma era chiaramente incuriosita nel vedere 3 ciclisti nel suo paesino con le bici con le borse. Dopo che le ho spiegato cosa stessi facendo, quasi scusandosi ha detto che ci avrebbe comunque preparato qualcosa perché di li a poco sarebbero arrivati il marito e il figlio: è finita in una tavolata e un pranzo di 4 portate spiegando cosa stavamo facendo, il tragitto e molto altro delle nostre vite.

Cosa ti rimane di questo Trail, cosa porti con te delle Marche?
Porto tante facce, tante persone che mi hanno raccontato le loro storie, tanta bellezza dei panorami e dei borghi attraversati. Torno toccato dall’aver visto i danni del terremoto di persona e non da una tv, ma anche trascinato dalla forza dei suoi abitanti che non si sono dati per vinti e ci hanno accolto tutti a braccia aperte mentre sono impegnati a ricostruire per ritornare alla normalità. Ho un po’ di rammarico per non aver avuto il tempo necessario per fare tutto il percorso, che a causa di qualche problemino ho dovuto accorciare, ma anche questo fa parte del viaggio. Ma soprattutto torno a casa sapendo che tornerò qui per la prossima edizione.